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Serata con i temi del Maestro Battiato "quante lucertole attraversano la strada" ................... 5 aprile ore 20.45


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Un dialogo sonoro ideato da Gerardo Ferrara, giornalista ramingo e portatore di storie in collaborazione con Massimo Cerra ,ricercatore compositore musicotrovatore.
Una rilettura di alcuni testi  in una sorta  di flusso di pensiero, del filosofo catanese la cui partitura è rappresentata dai temi, tanto ineluttabili quanto urgenti, trattati da Franco Battiato, la letteratura, la filosofia, il sacro, le storie, le genti, il viaggio stesso.
Un mosaico di suoni e fonemi la cui (ri)composizione fornisce ad ognuno il tentativo di (rac)cogliere il frammento che più gli appartiene. 

"....com'è diverso e uguale il loro mondo dal nostro…. e le lucertole attraversano la strada, vanno veloci e noi più piano ad evitarle...sequenze e frequenze di un viaggio."(F. Battiato)


 Il viaggio musicale  (Anna Katia Rigamonti)
Seduta comodamente nel sedile del treno guardo. Guardo le immagini che passano fuori dal finestrino, per fortuna è un regionale e va lento, per fortuna l’anima riesce a catturare le figure che si rincorrono, non sono solo colori strisciati da un colpo di spugna.
La cornice del finestrino diventa la cornice del quadro; colline, montagne, nuvole, palazzi con finestre
illuminate e dentro: la vita. Posso guardare, immaginare, sognare, sentire ed essere lì, dentro il sogno.
Din, din, il sedile del treno diventa la poltrona di un teatro e quello che vedrei dal finestrino me lo racconta
Gerardo. Le immagini che racconta sono nitide, sembra di poterle toccare. La sua anima profonda le
accompagna. La trama ce la offre Battiato, i suoi testi ricchi, pieni di contenuti veri, vivi, profondi; di
contenuti che collegano all’Assoluto, parlano di verità, di quelle così universali che son difficili da sostenere, così drammatiche che a volte è meglio non ascoltare, così infinite che il cuore gioisce.
L’ordito é un filo caldo che avvolge, accompagna e sostiene il sentimento, la musica di Massimo.
Canzoni come poesie e musica che accompagna.
Ascoltare le parole di una canzone senza la sua melodia é un’ esperienza molto diversa.
I suoni ti rapiscono tanto che a volte i testi passano inosservati, rimangono solo parole; ascoltarli come
poesie permette di creare immagini, di guardare, vedere ed essere in quel viaggio.
Le atmosfere musicali create da Massimo generano un respiro, una sfera di calore dove l’anima si può
appoggiare e godersi il viaggio.

Bergamo Jazz 20 e 23 marzo

 Due strepitosi concerti anche quest'anno a Teatro Sant' Andrea 


ARUAN ORTIZ “Cub(an)ism”

Il viaggio musicale di Bergamo Jazz 2025 prende avvio con un pianista di origine cubana che ormai da anni ricopre un ruolo importante nel panorama jazzistico contemporaneo. Nato a Santiago de Cuba, Aruán Ortiz si è poi stabilito a Brooklyn e in Spagna: tra i musicisti d’oltreoceano con cui ha collaborato ci sono Esperanza Spalding, James Brandon Lewis, Greg Osby, Andrew Cyrille, Cindy Blackman Santana, Terri Lyne Carrington, Oliver Lake, Don Byron, Rufus Reid, Wadada Leo Smith, Wallace Roney e altri ancora. Per l’etichetta svizzera Intakt ha registrato diversi album, tra i quali Cub(an)ism, inciso in solitudine nel 2016 e diventato riferimento delle sue performance di solo piano. Un disco i cui brani, come scriveva Florian Keller nelle note di copertina, sono nati «da idee e stati d’animo specifici, sviluppati impercettibilmente lungo costruzioni sistematiche condite di imprevisti. Nonostante una certa aderenza formale, la musica di Cub(an)ism rimane sempre sensuale. Utilizzando sistemi chiari ma flessibili, la musica vive di strutture e sorprese. Le strutture cristalline si dissolvono bruscamente, le forme chiare si confondono come un riflesso nell’acqua in tempesta, prima di riemergere. La musica di Ortiz respira questa magia, il fascino di strutture che danzano». Quello di Aruán Ortiz è dunque un pianismo eclettico, che trae linfa vitale dalle varie esperienze vissute in giro per il mondo, a contatto con culture diverse.



JORDINA MILLÀ – BARRY GUY Duo

Bergamo jazz ospita per la prima volta una delle menti più immaginifiche del più avanzato jazz europeo, ma non solo, personalità centrale della musica improvvisata sin dalla fine degli anni Sessanta: l’inglese Barry Guy. Riassumere in poche righe la sua frenetica attività è opera quantomeno limitativa. Val la pena tuttavia ricordare le collaborazioni con i connazionali Evan Parker, Derek Bailey, Paul Rutherford, Tony Oxley e Paul Lytton e con gli americani Cecil Taylor, Roscoe Mitchell e Marilyn Crispell. Capitolo a sé riveste la London Jazz Composer’s Orchestra, una delle più fulgide esperienze di integrazione fra composizione e improvvisazione che lungo il suo percorso ha incrociato le ance di Anthony Braxton e il pianoforte di Irene Schweizer. Forte di un bagaglio tecnico-espressivo che gli permette una padronanza del suo strumento che ha pochi eguali, Barry Guy ha anche suonato con orchestre classiche (The Orchestra of St. John’s Smith Square, City of London Sinfonia, Monteverdi Orchestra, The Academy of Ancient Music, Kent Opera, The London Classical Players) e con la violinista Maya Homburger, sua compagna anche nella vita, esplora anche il mondo della musica antica.

Il sodalizio con Jordina Millà è abbastanza recente: il suo avvio risale al 2017, quando il contrabbassista inglese ha coinvolto la pianista catalana, allieva del connazionale Agustì Fernandez, in un ensemble di improvvisatori riunito in occasione del Barcelona’s Mixtur Festival. Successivamente i due musicisti hanno inciso String Fables, pubblicato nel 2021 dall’etichetta polacca Fundacja Słuchaj. Del febbraio del 2022 è la registrazione dell’album Live In Munich, edito lo scorso anno da ECM. L’ascolto di quest’ultimo disco rivela una perfetta assonanza di intenti che sottende un dialogo assolutamente paritario dalla palpabile tensione espressiva, che combina la libera improvvisazione con elementi propri del linguaggio classico-contemporaneo.






Domenica 16 marzo ore 16 - CANALETTO: un'avventura a Venezia



Una speciale lettura teatrale, un viaggio tra letteratura e arte che ci porterà a scoprire l’incanto visivo delle vedute di Canaletto e la magia di  una delle opere più affascinanti di Pinin Carpi.       
A fare da sfondo a questa lettura sarà l’arte di Giovanni Antonio Canal, meglio noto come Canaletto, il grande pittore veneziano del Settecento, maestro delle vedute urbane. Le sue prospettive luminose e dettagliate ci guideranno tra calli e canali, offrendoci una cornice visiva perfetta per immergerci nell’atmosfera del racconto.   
Attraverso parole e immagini, questo pomeriggio vuole essere un omaggio alla bellezza della narrazione e della pittura, un incontro tra fantasia e realtà, tra letteratura e arte, fantasia che servirà soprattutto ad affascinare i più giovani stimolandoli alla conoscenza dell’arte di un grande pittore
Vi invitiamo dunque a lasciarvi trasportare da questa esperienza unica, dove la voce degli attori darà vita   parole   e le immagini che ci faranno viaggiare nel tempo e nello spazio.
Buon viaggio tra i ponti di Venezia e quelli della fantasia!